E oggi vi faccio e mi faccio un regalone......
Lei è Daniela Tomasella, una supermamma.
Il suo sito http://www.guardaconilcuore.org/, è un grande aiuto....
E mi ha concesso una fantastica intervista.
"Mi
chiamo Daniela e sono una mamma in ricerca.
L'essere
diventata mamma, quasi 8 anni fa, mi ha dato la possibilità di
capire quanto importanti fossero i comportamenti e le parole di noi
genitori, nei confronti dei figli, perciò ho iniziato a leggere
libri sull'educazione infantile e la pedagogia.
E
mi si è aperto un mondo.
Soprattutto
non potevo non dare a Tommaso un fratello o una sorella, per far
crescere in lui il desiderio di condividere e di sentirsi parte di
una famiglia "completa".
Così
4 anni fa arriva Emma... e lì il mondo mi è crollato addosso.
Emma
infatti nasce con la sindrome di Down.
Ho
ripescato nella mia mente quell'unica immagine che avevo della
sindrome di Down, ed era quella dell' adulto accompagnato dagli
operatori delle cooperative, a fare la spesa, magari tenuto per mano.
Non era un immagine molto rassicurante... dov'era la mia bambina
perfetta che mi ero immaginata per 9 mesi? Passo notti intere a
cercare materiale web sulla sdD, a cercare foto e video che possano
scacciare l'immagine di piccola bambina brutta e con ritardo
cognitivo che oramai si è incisa nella mia mente, ma trovo assai
poco...
Ho
realmente pianto per 15 giorni di fila, fiumi di lacrime
ininterrotte, incredulità, rifiuto, senso di colpa, ma poi, grazie a
mio figlio Tommaso e ai suoi occhi trasparenti di bambino, riesco a
vedere Emma per quello che è, non una diagnosi, ma mia figlia,
voluta e desiderata, che a noi chiede soltanto una cosa... il nostro
amore.
Tengo
un diario giornaliero, dove annoto pensieri e parole, piccole
conquiste e paure, ma è verso il 2° compleanno di Emma che avverto
una spinta dentro, non ancora definita, che mi dice di fare qualcosa
in più. L'ispirazione me la da Kelle Hampton e il suo bellissimo
sito enjoyingthesmallthings dove parla della sua famiglia, di sua
figlia con sdD coetanea della mia Emma, e dove ci sono centinaia di
splendide foto che parlano senza bisogno di parole.
Così
decido di fare un sito a mia volta, dove parlo di noi con parole e
immagini, e dove raccolgo le storie di tante altre mamme che hanno
voglia di raccontare la loro storia, affinché possa essere letta da
chi è a sua volta in ricerca in quel momento (io le aspetto sempre
le vostre storie, eh?). Nel tempo ho poi aggiunto una parte di
materiale consigliato, con libri per bambini e adulti, film,
applicazioni, video internet, siti utili che a mio avviso rendono il
sito un po' diverso dall'impronta di blog personale che aveva
inizialmente.
Sopra
le foto in prima pagina scrivo "un sito che parla di sindrome di
Down con il sorriso", proprio perché mi ha portato a
ridimensionare la prospettiva con cui guardavo tutti tipi di
disabilità: "non più con pena ma come individui unici, ognuno
portatore della propria storia, ognuno capace di farti accedere in
un’altra dimensione comunicativa, che va ben oltre le parole".
Passate le varie fasi di mamma confusa e mamma terapista fino alla fase di mamma mamma, sono arrivata a desiderare qualcosa per me, e che di riflesso servisse anche ai bambini. Per caso (o forse non è stato affatto per caso?) ho conosciuto una ragazza che mi ha parlato della psicomotricità, precisamente della pratica psicomotoria Aucouturier, e di come l'anno di corso appena concluso l'avesse cambiata, aprendole la mente.
Era
quello che stavo cercando! Mi sono iscritta e subito ho percepito
importanti le parole che riassumevano il pensiero di questo
professore belga: credere nel bambino!
Ho
concluso il primo anno di studi presentando una tesi e uscendo con
ottimi risultati, ma oramai il cammino si era presentato, e il
cambiamento interiore aveva avuto inizio. Ora sto frequentando il
secondo anno, e ad ogni lezione esco arricchita e meravigliata per
come uno sguardo attento al gioco libero e simbolico possa aprire i
bambini alla relazione.
Molti
esempi riportati a lezione risuonano in me, rivedo Emma e Tommaso, mi
faccio mille domande, a cui cerco, ogni giorno di dare risposta, e se
non accade, cerco di non arrovellarmi troppo: sono sicura che la
risposta arriverà.
Emma vive la nostra fiducia. Di sicuro il corso mi ha aiutato ad assumere
un atteggiamento che porta a far intendere "possibilità"
piuttosto che "sostegno", e sia io che mio marito facciamo
un passo indietro piuttosto che uno in avanti verso di lei, perché è
nella distanza e nel distacco che un bambino è libero di agire nello
spazio.
Non
le concediamo comportamenti inadeguati perché "tanto lei ha un
ritardo cognitivo" altrimenti saremmo noi genitori i primi a
discriminare, e quando di fronte ad un suo atteggiamento sbagliato
siamo in dubbio su come comportarci ci chiediamo: "se non avesse
la sdd, ci comporteremmo diversamente?" E soprattutto: "questa
soluzione serve a noi, o serve per la sua autonomia?"
Da
tempo ho smesso di fare paragoni con gli altri bambini.
Emma,
proprio come Tommaso, è unica.
E
se ripenso al senso di colpa che nutrivo nel portare a casa al mio
primogenito una sorellina imperfetta, ora posso dire che sono felice
di come Tommaso sta procedendo nella vita, perché sta acquisendo una
sensibilità particolare che lo porterà lontano.
Lui
dice che "Emma ci piace proprio così com'è"!
Cerco
di fare del mio meglio anche per lui, cercando di non lasciarlo
indietro perché lui "sa come cavarsela", e sto
organizzando dei pomeriggi gioco con gli amici proprio perché esca
dalla routine quotidiana e abbia modo di relazionarsi con i coetanei,
alimentando la propria autostima.
Da due anni organizzo incontri di condivisione con genitori di bambini con la sdD, ma in questo tempo il mio modo di presentare questi incontri si è evoluto, perché credo che la vera integrazione non venga fatta tra persone con la trisomia 21, bensì tra ogni tipo di individuo. Vorrei "contaminare" (come dice la mia amica ed esperta Sabrina che mi aiuta nei meeting e workshop) la società, e far apparire la persona diversabile, abile in maniera diversa... è proprio il modo di pensare che è sbagliato! E questo discorso lo riferisco a chiunque non venga inteso come omologato... e la lista sarebbe lunga!
Sono
una mamma in ricerca continua, perchè si impara, e da chiunque,
fino alla fine dei nostri giorni, ma soprattutto sono una mamma
felice, e proprio questo sogno per i miei figli: la felicità."
Dani, che dire? Grazie.
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