È un po' di tempo che i miei figli si divertono a prendermi in giro. Continuamente. Su tutto. Ridendo come matti. E che due scatoline.
Oggi, un tantino esasperata, ho detto :"ah ah, si si, ma se poi io morissi? Mi prendete sempre in mezzo, Ma che fareste senza di me?"
Madre degenere, state pensando? Ho ferito la loro sensibilità?
Tranquilli.
La risposta è stata:" ma no mammina, lo sai, su qualcuno dobbiamo pure sfogarci . Del resto tu sei così morbida (grassa, nota della traduttrice, cioè mia) che su di te tutto rimbalza. ".
E giù a ridere.
Ecco, direi che non sia di loro che dobbiate preoccuparvi.
Ps: è stata L'altra.
lunedì 25 luglio 2016
mercoledì 6 luglio 2016
Amare
E comunque non è facile amare ed accogliere l'altro con i suoi difetti.
E il grande tranello in cui cadono molti lo dimostra.
"Mi sono sposato perché lo amavo. Ora non sono più felice, quindi lo lascio (vale anche al maschile, la lascio)".
Ma il trucco per far funzionare il matrimonio è proprio questo.
Sposarsi per far felice l'altro, non per essere resi felici dall'altro.
È un cambio di prospettiva, spesso difficile, ma è l'unico modo per...essere felici tutti.
Se non ci si ripiega su se stessi, se il punto dell'orizzonte è il coniuge, se non ci si aspetta soddisfazione continua, si riesce ad accogliere l'altro ed a regalargli serenità, ricevendola di ritorno.
Se ci si aspetta sempre qualcosa, se si pretende di essere al centro del mondo, se si vuole costantemente soddisfazione, prima o poi si rimane delusi e ci si sente abbandonati.
È dura il cambio di prospettiva :sono qui per te e non perché tu sia per me.
Ma vale anche con i figli:è l'amore incondizionato e libero da egoismo, che ci permette di educarli liberi e veramente felici.
Non per la nostra realizzazione personale, Ma per la loro realizzazione personale.
Fatica? Tanta.
Una battaglia continua, direi.
Risultati? Fantastici.
Amare così rende liberi e regala gioia.
Ci si riesce sempre? No, ma si può tornare sui propri passi facilmente e l'allenamento continuo lo rende ogni volta più semplice.
Provare per credere .
E il grande tranello in cui cadono molti lo dimostra.
"Mi sono sposato perché lo amavo. Ora non sono più felice, quindi lo lascio (vale anche al maschile, la lascio)".
Ma il trucco per far funzionare il matrimonio è proprio questo.
Sposarsi per far felice l'altro, non per essere resi felici dall'altro.
È un cambio di prospettiva, spesso difficile, ma è l'unico modo per...essere felici tutti.
Se non ci si ripiega su se stessi, se il punto dell'orizzonte è il coniuge, se non ci si aspetta soddisfazione continua, si riesce ad accogliere l'altro ed a regalargli serenità, ricevendola di ritorno.
Se ci si aspetta sempre qualcosa, se si pretende di essere al centro del mondo, se si vuole costantemente soddisfazione, prima o poi si rimane delusi e ci si sente abbandonati.
È dura il cambio di prospettiva :sono qui per te e non perché tu sia per me.
Ma vale anche con i figli:è l'amore incondizionato e libero da egoismo, che ci permette di educarli liberi e veramente felici.
Non per la nostra realizzazione personale, Ma per la loro realizzazione personale.
Fatica? Tanta.
Una battaglia continua, direi.
Risultati? Fantastici.
Amare così rende liberi e regala gioia.
Ci si riesce sempre? No, ma si può tornare sui propri passi facilmente e l'allenamento continuo lo rende ogni volta più semplice.
Provare per credere .
venerdì 1 luglio 2016
Guido .
Ieri sono andata all'aperitivo con Guido Marangoni. Intanto veramente bellissima l'iniziativa, potete informarvi su www.incontriesistenziali.org. E poi, veramente interessante ascoltare Guido.
Le cose che ha detto le condivido tutte.
E' da ieri però, che penso ( e lavoro) su una sua frase, che vi riporto citandola liberamente a memoria:
Ciascuno di noi ha una disabilità più o meno evidente; spesso solo davanti a chi amiamo, possiamo mostrarci veramente per quello che siamo. E poterlo fare ci rende persone migliori.
Ora , credo che la grande libertà che porta l'amore vero, debba essere proprio questa possibilità di essere totalmente se stessi con chi ci ama, mostrandoci fino in fondo , con le nostre caratteristiche più segrete.
Essere accolti nel nostro Essere.
Lasciarci accogliere nel nostro essere.
Non è sempre facile accettare di svelarsi, perché credo comporti notevole coraggio e fiducia nell'altro.
E' una sorta di abbandono, di resa di se stessi.
Ci vuole estrema disponibilità a mettersi in gioco: perché svelarsi non può essere un dire " sono fatto così , accettami e basta", ma un " sono fatto così , aiutami a superare i miei limiti".
E da questo deriva l'Amore vero, il Bene, che si ripercuote poi su chi ama perché accogliere l'altro è sempre un modo per crescere.
Io, apprezzando molto questo modo di vedere la cosa ( essere me stessa fa bene a me per prima se vengo amata per quella che sono e quindi all'altro che mi accoglie ) inverto quindi il discorso, ribadendo anche cose che dico spesso, Guido mi perdonerà.
Amare qualcuno significa accoglierlo con tutte le sue fragilità e debolezze.
E quindi agire per educare nel caso di un figlio, aiutare nel caso del coniuge, di un amico, di chiunque.
Certo, riconoscere ed accogliere eventuali fragilità in un figlio "speciale" è più semplice, perché, come dice Guido, è evidente la necessità di farlo . ( e forse è per questo che questi figli sono così amati; tirano fuori l'istinto protettivo e l'amore più facilmente).
Amare ed educare un figlio adolescente può essere più difficile perché, oltre al bisogno di accoglienza riesce a stimolare altri istinti ( tipo al ceffone , quando proprio esagera).
Ma un buon genitore deve sapere che sono gli ormoni che parlano...ed agire di conseguenza.
Sempre educando.
Accogliere il coniuge poi...è un modo di amare profondamente liberatorio per te e per lui.
E poi credo che tutto questo ci permetta di capire ( Guido, vado all'estreme conseguenze), quanto Dio ci ami veramente.
Perché con Lui siamo allo scoperto. Ci conosce, ci ama, ci accoglie. Sa tutto. Ci ha creati Lui.
Nulla gli sfugge.
Eppure ci ama tanto da mandare il suo unico Figlio a morire in Croce per noi.
Ci educa, ci aiuta , ci sostiene.
e questo ci rende perfettamente liberi e sicuri. Nell'Amore.
che dire?
Grazie Guido, mi ha fatto bene ascoltarti.
Le cose che ha detto le condivido tutte.
E' da ieri però, che penso ( e lavoro) su una sua frase, che vi riporto citandola liberamente a memoria:
Ciascuno di noi ha una disabilità più o meno evidente; spesso solo davanti a chi amiamo, possiamo mostrarci veramente per quello che siamo. E poterlo fare ci rende persone migliori.
Ora , credo che la grande libertà che porta l'amore vero, debba essere proprio questa possibilità di essere totalmente se stessi con chi ci ama, mostrandoci fino in fondo , con le nostre caratteristiche più segrete.
Essere accolti nel nostro Essere.
Lasciarci accogliere nel nostro essere.
Non è sempre facile accettare di svelarsi, perché credo comporti notevole coraggio e fiducia nell'altro.
E' una sorta di abbandono, di resa di se stessi.
Ci vuole estrema disponibilità a mettersi in gioco: perché svelarsi non può essere un dire " sono fatto così , accettami e basta", ma un " sono fatto così , aiutami a superare i miei limiti".
E da questo deriva l'Amore vero, il Bene, che si ripercuote poi su chi ama perché accogliere l'altro è sempre un modo per crescere.
Io, apprezzando molto questo modo di vedere la cosa ( essere me stessa fa bene a me per prima se vengo amata per quella che sono e quindi all'altro che mi accoglie ) inverto quindi il discorso, ribadendo anche cose che dico spesso, Guido mi perdonerà.
Amare qualcuno significa accoglierlo con tutte le sue fragilità e debolezze.
E quindi agire per educare nel caso di un figlio, aiutare nel caso del coniuge, di un amico, di chiunque.
Certo, riconoscere ed accogliere eventuali fragilità in un figlio "speciale" è più semplice, perché, come dice Guido, è evidente la necessità di farlo . ( e forse è per questo che questi figli sono così amati; tirano fuori l'istinto protettivo e l'amore più facilmente).
Amare ed educare un figlio adolescente può essere più difficile perché, oltre al bisogno di accoglienza riesce a stimolare altri istinti ( tipo al ceffone , quando proprio esagera).
Ma un buon genitore deve sapere che sono gli ormoni che parlano...ed agire di conseguenza.
Sempre educando.
Accogliere il coniuge poi...è un modo di amare profondamente liberatorio per te e per lui.
E poi credo che tutto questo ci permetta di capire ( Guido, vado all'estreme conseguenze), quanto Dio ci ami veramente.
Perché con Lui siamo allo scoperto. Ci conosce, ci ama, ci accoglie. Sa tutto. Ci ha creati Lui.
Nulla gli sfugge.
Eppure ci ama tanto da mandare il suo unico Figlio a morire in Croce per noi.
Ci educa, ci aiuta , ci sostiene.
e questo ci rende perfettamente liberi e sicuri. Nell'Amore.
che dire?
Grazie Guido, mi ha fatto bene ascoltarti.
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