mercoledì 5 marzo 2014

XX ed XY

La teoria dei gender sta invadendo le scuole pubbliche.
Addirittura sono previsti corsi di indottrinamento dei professori, per liberarli dagli " stereotipi" dell'educazione  che rispetti la vera identità sessuale di ciascuno, quella legata ai cromosomi che dicono:
maschio è maschio, femmina è femmina.
Terribile.
Nel frattempo, guarda caso,  vengono bloccati i soldi alle scuole Paritarie.
Generalmente di ispirazione cristiana, quindi improntati sulla tutela del rispetto del genere sessuale.
Che strano, vero?
No, mi dispiace,  non passa: bisogna ribellarsi a questa forzatura.
Lasciate che lo sviluppo della persona segua il suo impulso naturale; l'uomo  è uomo, la donna è donna.
XY ed XX.
Vogliamo la libertà ed il rispetto per tutti?
Perfetto; ma che sia rispettato anche chi pensa che l'identità sessuale sia quella di Adamo ed Eva.
Altrimenti dove va a finire la libertà di cui si parla tanto?

23 commenti:

  1. Scusa eh Annalisa, io insegno in una scuola pubblica ( tra l'altro proprio scienze sociali, dove si parla molto della formazione dell'identità di genere) e mai, ma dico proprio mai sono stata indotta a partecipare a un corso di formazione simile. Mai neanche letto tra le varie proposte che mi giungono giornalmente. Abito pure a Torino, notoriamente non proprio un feudo clericale.

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    1. Ciao Lu, vorrei raccontarti quello che sta succedendo qui in Emilia. Ti cito due esempi pratici, così mi spiego meglio.
      Scuola elementare, classe V. Per teatro viene messa in scena una rappresenazione tratta da un libro di una nota scrittrice per ragazzi che parla di un extraterrestre che arriva sulla terra e viene adottato da una famiglia terrestre. Non ha sesso, sul suo pianeta lo si decide da grandi (!). I genitori umani, allora, lo educano un giorno da bimba ed uno da bimbo. Già questo è indicativo. La maestra, perchè il messaggio fosse ancora più chiaro , ha fatto recitare la parte FEMMINILE ai MASCHI e quella MASCHILE alle FEMMINE.
      Secondo episodio: liceo . Gli Arcigay organizzano incontri con le classi dei 15enni, per parlare della possibilità di scelta della propria identità sessuale. Professori fuori dalla classe.
      Per fortuna, contemporaneamente, supportato anche dal nostro Cardinale, sta partendo un corso che spiega bene l'identità sessuale agli adolescenti, che sta facendo un ottimo lavoro. chiaramente privato e a pagamento.
      Che dici?

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    2. Per la recita bisognerebbe contestualizzare, non potendolo fare non posso dar pareri. Con i miei allievi (immagino più grandini del caso da te citato) portiamo spesso avanti progetti di role playng, dove non so i ragazzi fanno i prof, le femmine i maschi, i figli i genitori... Ciò non ha lo scopo di ricercare una nuova identità ma quello di mettersi nei panni altrui per dialogare e, eventualmente, sanare i fonflitti.
      Devo anche dire che mi dispiace ma a me in queste prese di posizione sembra sempre di leggere disprezzo, ora sembra che tutti i mali del mondo siano da attribuire agli omosessuali. Ti garantiscomche, ho avuto un caso proprio quest'anno, che i ragazzi con identità sessuale incerta (o omosessuale), subiscono vessazioni mostruose da parte degli altri ragazzi ( il mio allievo alla fine cambiò scuola), specie jelle realtà culturalmente più fragili. Ecco io come insegnante non posso neanche lontanamente tollerare che ci sia un adolescente, già sofferente di suo, che venga tormentato. Io sono una mamma, non un genitore 1 o 2, ho sposato un uomo (e non mi è mai passato per la testa di fare diversamente), ma nelle mie classi tutti hanno il diritto di trovare un ambiente sereno e protetto.

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    3. Nessun disprezzo, non farmi dire cose che non penso. Quello che sostengo è che, per insegnare il rispetto di alcuni, non bisogna negare la verità dell'uomo. Inutile continuare a negare la realtà. un figlio nasce solo e sempre da un uomo ed una donna, qualsiasi mezzo la scienza voglia usare. Questo basa la famiglia, tra le altre cose, sulla realtà naturale dei fatti.
      Confondere la verità per fare accettare la diversità non porta bene a nessuno, credimi.

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    4. Ma io non ho mai sentito dire in nessuna scuola e ti assicuro che, ahimè, ne giro parecchie che un bimbo nasca da una configurazione diversa (e del resto la scienza parla di gameti ma al momento mi consta che sempre un maschio e una femmina ci vogliano)

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    5. Infatti....ma vogliono far passare come naturale la famiglia con due papà e quella con due mamme, che proprio per l'impossibilità alla procreazione ( oltre che per altro) naturale non è.

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  2. Guardi cosa sta accadendo a Venezia.. in Toscana, il fatto che lei singolarmente non sia stata coinvolta non significa che non stia accadendo in molti altri posti..

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  3. Quello che sta succedendo intorno a noi parla chiaro! Non ovunque, non in tutte le regioni. .. ma in alcuni luoghi di è iniziato. L'anno scorso a Milano ci il racconto dell'uovo che coinvolse alcune scuole, non tutte. Non si può però chiudere gli occhi pensando che se da noi non succede allora non è vero!

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  4. Gentile anonimo, i corsi di aggiornamento o di formazione non vengono predisposti per me nello specifico. Se vuole verificare sul sito della pubblica istruzione potrà verificare come non ci sia niente di simile tra le varie proposte. Io ricevo le proposte piemontesi e ugualmente non ho trovato riferimenti del genere. In rete trovo cose molto nebulose e generiche, tra l'altro attribuite al governo Letta. Non so sarebbe come io dicessi "Ah nelle scuole paritarie si prega tutto il giorno a discapito della programmazione curricolare di matematica. " Sarebbe ovviamente una sciocchezza, ma chissà che rilanciandola mille millanta volte non attecchisca.

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    1. Dei corsi ne ho sentito parlare per la mia città, la stessa dove si sono verificati gli esempi che ti ho citato.
      io sono strasicura che la difesa della libertà e della verità su XX ed XY, non sia solo dei cattolici e che, ottime scuole pubbliche con ottimi professori , non porteranno avanti programmi che non condividono. Nelle scuole cattoliche questo dovrebbe essere solo più scontato, Direi.
      Rispettare la libertà di tutti, non significa istillare a forza dubbi in adolescenti e bambini.

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  5. Io penso che nn ci sia una vera e propria disposizione ministeriale ma probabilmente iniziative a livello regionale o cittadino per cui a macchia di Leopardo e questo lo ritengo ancora più grave

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  6. Un'altra riflessione. Alle elementari cosa vuol dire educare da maschio o da femmina? Io credo che, un centinaio di anni fa o in altri contesti culturali, proprio la tua educazione sarebbe stata definita "maschile". Non credo però che aver studiato medicina piuttosto che taglio e cucito o lettere o pianoforte abbia in qualche modo influito negativamente sulla tua identità di gehere.

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    1. Rispettare l'educazione maschile e femminile, significa lasciare che i maschi giochino a pallone e le fammine con le bambole, senza voler, a tutti i costi , unificare il tutto....non neghiamo l'evidenza della diversità, per favore.

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    2. Il mio bimbo più piccolo gioca volentieri con le bambole. Io personalmente non glielo ho mai neanche proposto ma onestamente non vedo perché dovrei impedirglielo. Mio marito del resto si è sempre occupato volentieri dei nostri bimbi, quindi capisco che JF possa identificarsi con lui. Una delle ragazze più femminili mai avute a scuola era una giovane promessa del calcio femminile.
      Sai che io non credo proprio che questi parametri influenzino la femminilità o la mascolinità?

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    3. Era chiaramente un esempio: lae caratteristiche dei due sessi sono divrse sin dall'infanzia . Non lo si può negare, neanche se una ragazzina gioca a calcio o un bimbo con le bambole. Ti consiglio di leggere la Mulieris dignitate, una enciclica molto bella e chiara, che spiega bene le caratteritice del genio femminile.

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  7. Dire che il problema è montato è esssere cechi. Il suo studente sarà stato presso in giro come milioni di altri studenti perché ciccioni, dislessici,down o chissà che altra differenza. I bambini sono spietati ma partono da una verità chiarissima che se vedono stabilità li fa ridere.per questi sarebbe il caso di informare i genitori di come nasce e cresce un problema di identità sessuale. Informatevi, leggete, la manif pour Tous sta facendo molto per far vedere come l'informazione sia manipolata in una sola direzione. Qui si èarrivati a dire che non servono un babbo e una mamma per venire al mondo. Siamo alla follia. Se lei vive in un'isola felice non significa che gli altri non abbiano già seri problemi

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  8. Io non vivo affatto in un'isola felice. Perdere un ragazzo è per me una sconfitta gravissima, direi che per una scuola è la peggiore. Quindi visto che le prese in giro a quell'età sono normali avrei dovuto lasciare perdere? Sarebbe meglio insegnare ai ragazzi che chiunque si discosta dalla normalità può essere sbeffeggiato? Lei mi cita il caso del ciccione (ahimè, problematica che conosco bene), certo io non dirò mai che essere obesi è meglio che essere magri, ma stigmatizzerò senza sosta il comportamento di chi dileggia o infastidisce. Io ho in classe parecchi allievi musulmani, per cui le prerogative di un genere rispetto all'altro sono ancora più strette e definite, quindi chiaro che il dibattito nasce abbastanza spontaneamente. Per dire, proprio in questi giorni un'alunna ha detto in classe che (non so se proprio l'Islam o la tradizione culturale), viene visto sfavorevolmente l'abitudine femminile occidentale di tagliare imcapelli corti, ne è nato un dibattito molto interessante. Io non credo che la scuola debba chiudersi o negare certe realtà, esistono le personebche appartengono a un genere ma vorrebgero passare all'altro e ci sono pure coloro che prediligono i rapporti con le persone del loro stesso sesso. Bisogna imparare a convivere anche con coloro i cui comportamenti ci turbano o disturbano proprio (fermo restando ovviamente il rispetto della normativa)

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    1. Il rispetto è fondamentale, il dialogo pure, ma ribadisco: la verità della famiglia è una, uomo -donna, mamma-papà. Non si può cambiare la verità a favore di pochi. Non funziona.

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    2. Io infatti mica vado dicendo che i maschi saranno mamme o che potranno procurarsi un bambino sotto un cavolo o in qualsiasi altra strampalata maniera ma neanche tratterò mai una persona (specie un giovanissimo spaventato) come un'aberrazione

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    3. Qui nessuno parla di aberrazione, ma non si deve per questo permettere che la cultura della scelta e della diversità che vogliono passare con i gender sia fatta a forza. Bisogna che sia rispettata la vera natura dell'uomo, non che sia negata a favore di pochi.

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  9. Gentile Annalisa, sono arrivata al suo blog attraverso una ricerca sulla genitorialità down e le faccio i miei sinceri complimenti per la franchezza e la semplicità con cui riesce a oggettivare e condividere pensieri così personali e sofferti. Sono un'insegnante (scuola privata prima, pubblica adesso) e mi permetto di commentare a questo post, così battagliero, perchè mi sono sentita chiamata in causa: mi è capitato in due occasioni di proporre alle mie classi (una II e una III media) proprio il libro della Pitzorno sull'extraterrestre, a cui credo lei alludesse in un commento. In entrambi i casi è stato uno strumento utile: i regazzi hanno capito subito che si trattava di un'iperbole ed hanno riflettuto sulle relazioni fra carattere individuale, aspettative e modelli familiari, influenze del contesto sociale (il gruppo), storico e culturale in cui si cresce. Mi sono resa conto che per alcune bambine italianissime (che in troppi casi sono abbandonate a se stesse di fronte ai modelli tremendi della tv, che rappresenta la femminilità come vacuità) vedere svalutato il mito della "carineria femminile" è stato liberatorio. Poter dire "sono forte, intelligente, volitiva e non per questo meno femmina" non è scontato in tutte le famiglie, non solo musulmane. Ancora peggio per i bambini, che spesso sono portati a vergognarsi del loro essere ordinati, gentili, introspettivi, come se questo li rendesse "meno maschi". Le sembrerà incredibile, ma ci sono dei contesti in cui sono le professoresse a dover rassicurare gli adolescenti su questi punti! Chiedo scusa se mi sono dilungata e se commento come "anonima". Un cordiale saluto, Anna Mele

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  10. "genitorialità e sindrome di down", mi scuso per l'errore. Anna

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    1. Cara Anna,
      come in tutte le cose lo strumento diventa buono quando lo si usa bene! e mi sembra che lei il libro lo abbia usato benissimo.
      nel caso di cui parlo, invece, lo scopo era proprio quello di generare dubbi sulla realtà delle caratteristiche sessuali maschili e femminili, quindi non dava rassicurazioni , ma generava confusione.
      Spero che il mio blog le sia stato utile per il suo lavoro,
      un abbraccio ed a presto!

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