sabato 29 marzo 2014

OK, vediamo se mi spiego.

Si può essere liberi nel dolore?
Cioè: quando il dolore ti prende, ti coinvolge, ti stringe....puoi mantenere la libertà ?
La libertà di scegliere cosa fare, come vivere la tua vita, come reagire, cosa decidere, insomma.
E' una domanda importante, che mi frulla nella mente da un po'.
Penso che per parlarne bisogna prima capirsi su cosa si intenda per libertà.
Già perchè ormai è un termine equivoco.
Alcuni pensano che essere liberi significhi  fare sempre e solo ciò che si vuole, ciò che piace.
Ma questo non regala la vera libertà, anzi , rende schiavi di se stessi e può portare a far male agli altri.
Allora si potrebbe dire che essere liberi sia far ciò che si vuole, senza danneggiare gli altri.
E già sarebbe un passo avanti, escluderebbe l'aborto, per esempio, ma manterrebbe la libertà di drogarsi, che viene visto solo come un danneggiare se stessi, e l'eutanasia.
Allora la cosa stride.
Infatti la libertà vera, quella che porta l'uomo a realizzarsi nella sua pienezza e completezza, in realtà è la libertà di seguire il bene, sempre , per se stessi e per gli altri, anche se non coincide con quello che piace in quel momento.
E' non abortire anche se si ha paura, non drogarsi anche se se ne ha voglia, non tradire il coniuge anche se il collega mi piace tanto....
Essere liberi può voler dire confermare in ogni istante le scelte di vita già fatte, rispettare gli impegni buoni presi....
Bene.
Ma quando arriva il dolore, la paura, la sofferenza profonda, si può rimanere liberi?
O meglio, si può essere liberi?
Se io un domani mi trovassi paralizzata in un letto, con forti dolori, sarei ancora libera di scegliere come vivere la mia vita?
Beh, la risposta a cui sono arrivata è si.
Si perchè la libertà interiore ti porta in primis a rispettare te stesso ed il tuo modo di essere, ti chiede la conferma delle cose in cui credi.
Affrontare il dolore con dignità , con speranza e fortezza, sarebbe allora il mio mantenere la mia libertà.
In questo caso , quindi  la disperazione diventerebbe contraria alla mia libertà.

Ma dolori diversi, che riguardano altri?
Per esempio, una madre che riceve una diagnosi di trisomia in gravidanza, come fa a vivere la propria libertà?
Accettando il figlio e rispettando la propria natura di madre, anche nella preoccupazione.
Del resto avere un figlio, comunque stia , è sempre un accettare qualcosa di diverso da quello che si vorrebbe, perchè in realtà ogni figlio è una persona unica ed irripetibile, ma soprattutto è una persona diversa da te genitore.
A volte i figli ti sorprendono nel bene, a volte possono deluderti; ma guardarli con amore, amarli veramente, ti porta ad accettarli così come sono, con intenzioni certo propositive, di miglioramento, ma partendo dalle loro caratteristiche e non da quello che tu vorresti che avessero.
Accettare un figlio speciale, in piena libertà, ti rende genitore "Professionale" più rapidamente: sai già che la sua realizzazione potrebbe non coincidere con i tuoi sogni su di lui.
E lo sai da subito.
Ma segliere liberamente  di amarlo per quello che è e di aiutarlo ad esserlo al massimo delle sue potenzialità...
ti rende veramente libero. E ti apre un mondo ed un cuore nuovo.
Ti allena poi per il figlio adolescente....
Libero tu, libero lui....liberi tutti.

E anche, mantenere stabile un matrimonio normale anche quando la passione finisce, cercando l'amicizia, la complicità, il rispetto , è libertà ( certo, se l'altro ha la tendenza ad ammazzarti di botte a te ed ai figli, se ne riparla).

Credetemi, crogiolarsi nei: " non voglio, vorrei che fosse diverso, vorrei che questa cosa non fosse così, vorrei tornare indietro e fare una scelta diversa...."
è l'unica cosa che veramente ammazza la libertà.
Accettare la realtà, viverla con Amore e rispetto, anche combattendo per renderla migliore, senza subire passivamente tutto ciò che si può e si deve migliorare, è l'unica vera soluzione: e porta gioia, perchè....ci rende veramente liberi.

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