Oggi mi autocito....questo è il mio articolo in versione integrale che è apparso oggi ( senza 2 righe) su Avvenire di Bologna.....
La Famiglia, la vera Famiglia, è una citta fortificata.
Un nucleo di cuori le cui mura protettive sono formate dall'amore che li
lega uno all'altro. Muri più o meno spessi, più o meno alti, ma indistruttibili
ed estremamente elastici.
Elastici perchè pronti a dilatarsi per accogliere un cuore in più che si
aggiunge al nucleo, anche se fosse quello di un amico , di un fidanzato o di un
nuovo figlio. Elastici perchè pronti a serrarsi di più se uno dei cuori da
proteggere soffre o è maggiormente bisognoso di aiuto.
Questa deve essere la famiglia. Un posto sicuro per chi ne è parte, a
prescindere dal fatto che sia alto, basso, bello, brutto, sano , malato ,
speciale, antipatico o simpaticissimo.
All'interno di questa meravigliosa realtà d'amore ognuno deve sentirsi al
sicuro, protetto, accettato ed amato: l'adolescente ribelle deve sapere che,
indipendentemente dai suoi scatti, i genitori sono lì per lui. Il lattante potrà
non far dormire per notti e notti ma sarà lo stesso amato come Gesù Bambino. Lo
studente potrà portare un 4 a casa , senza essere classificato come fallito e
verrà aiutato a ritirasi su......e via così.
In una famiglia fondata sull'amore, anche accogliere un figlio speciale sarà
quasi semplice. Perchè la gioia data dall'amore per lui supererà la paura
dell'accoglienza . E le mura si allargheranno a contenere, proteggere, custodire
il nuovo cuore, rese più forti e salde dalla sua stessa presenza.
La nostra città fortificata di cuori ne custodisce ben nove. Mamma, papà e
sette figli. Tutti voluti, amati, cercati.
Quando è nato il nostro cuore speciale, i suoi fratelli si sono serrati
intorno a lui, disposti a tutto perchè fosse al sicuro. E sono così tanti
.......che il nostro cucciolo non piange mai. Non ne ha il modo. Come potrebbe?
tutti lo coccolano, lo viziano, lo aiutano.....
Ma le mura hanno dovuto essere altissime per tutelarlo già dalla pancia della
mamma.
La sindrome di Down è ancora circondata da tanta ignoranza. Molti ancora non
ne conoscono la causa, non sanno che dipende solo da un cromosoma in più, il
21. E quindi una situazione genetica, la sindrome, non una malattia. Certo, può
portare alcune patologie, ma non sempre questo accade.
Eppure questi bambini vengono minacciati già dal momento della diagnosi
prenatale. Si pensa che eliminandoli, gli si eviterà una vita di sofferenza..ma
non è vero. L'aborto porta morte e dolore anche in chi rimane. Invece la loro
vita è un valore, che va accolta e protetta come un meraviglioso dono, che
porta amore e gioia ovunque essi siano...come qualunque altro bambino, a volte
di più.
All'inizio c'è la paura, la preoccupazione, a volte ci sono problemi medici
da affrontare: ma la persona prevale sempre sulla sindrome,come dice una mia
cara amica pediatra, ed il sorriso di questo figlio speciale incanterà tutti e
stregherà ogni giorno con la sua meraviglia....Noi mai avremmo potuto
rinunciare a lui. La sua vita è la nostra, il suo cuore è il nostro.
La cultura della vita può e deve essere più forte di quella della morte. Ma
bisogna diffonderla.
Il rispetto della vita in tutte le sue forme, va trasmessa anche dalla
scuola. La scuola dei nostri figli deve essere un mezzo per tutelare le mura
della città. Ognuno deve avere il diritto di scegliere a chi affidare il tempo
della formazione scolastica dei propri raagazzi. Mio marito ed io abbiamo
scelto scuole paritarie perchè il loro progetto educativo coincideva con il
nostro; quello che insegniamo a casa è insegnato anche a scuola. E così i
nostri figli sono rinforzati anche all'esterno della famiglia...Tutti gli
insegnanti sanno del nostro cuore speciale ed hanno sostenuto i nostri ragazzi
nel loro amore per lui.
Ma questo non basta ancora, non basta neanche scrivere un blog, bisogna
portare testimonianze importanti, di persone che per l'accoglienza alla vita si
sono giocate tutto. A marzo si terrà a Bologna una mostra sulla figura
J.Lejeune, il medico che per primo ha scoperto la causa della sindrome di Down
in quel cromosoma in più ed ha difeso i suoi trisomici dall'aborto, dal
disprezzo, dalla comunità scientifica, giocandosi , per questo, il Nobel.
La mostra sarà all'Ospedale S. Orsola-Malpighi, dal 7 al 14 del mese e sono
sicura che darà la speranza a tutti, operatori sanitari, pazienti, madri, padri,
figli, tutti. E sarebbe bellissimo che anche coloro che non sono coinvolti
direttamente in questa esperienza, trovassero il tempo e la voglia di venire a
vedere ed aprire il cuore a questa realtà. Perchè accogliera la vita di una
persona speciale ci rende tutti speciali. E più forti, più ricchi, più
umani.
Amare il piccolo uomo che è un uomo piccolo, come diceva Leujene, sempre.
Questa è la vita vera, questa è una vita d'amore.
Annalisa Sereni
.
Per fortuna che il tuo lui è un arrivato in una famiglia le cui mura sono alte e solide per i nostri figli sono le fondamenta è lì che troveranno amore forza e autostima. In quanto all'accettazione del diverso c é ancora tanta strada da fare ma ce la faremo ti abbraccio
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